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Rassegna di pittori italiani

Solo quadri di artisti che utilizzano un linguaggio pittorico chiaro e aderente alla realtà.  Immagini, ma anche conversazioni e saggi su tecnica e interpretazione della pittura e della storia dell'arte.

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Ultimi minuti di vita di Carlo Giuliani 

di Carlo Govoni

Si tratta di un quadro che appartiene alla serie – Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.

Questa serie si caratterizza per la presenza di un libro, nello specifico in alto a sinistra, che ha per titolo la famosa frase di Orwell.

Tutti sappiamo che la ricerca della verità è il più importante problema dell’uomo, ma ci sono casi dove la verità è evidente e tutti affermano fantasie di ogni tipo pur di non ammetterla. La disonestà intellettuale è il male che rende la vita di tutti impossibile, purtroppo c'è qualcosa di innato in tutti gli uomini, tutti si rendono conto che credono o fingono di credere in eventi assurdi, ma non ha importanza. L'esercito dei credenti è enorme e gli uomini onesti, molto pochi, fanno una battaglia contro muri di gomma. 

 

carlo giuliani verita govoni

 

 

La morte di Carlo Giuliani avvenuta il 20 luglio 2001 a Genva è un omicidio per schiacciamento che tutto il mondo ha visto, ma per gli uomini [tranne io] Carlo è morto per le conseguenze di un colpo di pistola.

 

Il quadro è tratto da una foto che è apparsa su tutti i quotidiani il giorno seguente l’omicidio.

 

Si vede benissimo, non esistono dubbi interpretativi, dopo oltre dieci minuti dallo sparo il cuore di Carlo continua a battere. Dal foro di entrata del proiettile è uscito e continua ad uscire sangue. Battito dopo battito, fiotto dopo fiotto si è creata una macchia di sangue enorme; ha superato il metro di diametro. Non certo uno stillicidio ematico uscito per gravità da una persona già morta, ma sangue spinto con decisione dal cuore. Un cuore che batteva ancora con forza, che aveva una pressione che a distanza di minuti si manteneva ancora valida e questa immagine lo dimostra.

 

La verità è che Carlo, dopo il colpo di pistola, dopo che un Land Rover Defender di oltre due tonnellate di peso era passato sul suo corpo, era ancora vivo. Non si tratta di rantoli o vita residua, ma solo ed inequivocabilmente vita. Vita vera che nessuno vuole ammettere. Fin quando persone che non hanno studiato credono al colpo di pistola mortale è accettabile. Non è accettabile che giornalisti, cattedratici, politici, ecc. facciano finta di credere che nel cervello umano ci sia un punto talmente sensibile dove, se arriva un proiettile, chi lo riceve, nel tempo di un secondo, passa dalla vita alla morte. Se questo punto esistesse i neurochirurghi lo avrebbero individuato con precisione. La verità è che "il centro della vita" nel cervello umano non esiste. 
E' palese che non c'è stato il fenomeno soprannaturale della morte istantanea. Non c'è stato nulla di soprannaturale quel giorno a Genova. C'è stata una chiara morte per schiacciamento; un evento incontrovertibile che ovviamente infastidisce i registi di questo crimine. Tutti i giornalisti, uomini di cultura, politici e personaggi del piccolo schermo si adeguano. L'immagine di questo quadro l'hanno vista tutti, ma nessuno ammette che uomo che sanguina è vivo. 

Tutti i carabinieri si disposero a cerchio attorno a Carlo Giuliani morente. Qualcuno potrebbe chiedersi perché? Anche in questo caso provate a pensare all'esistenza di registi del crimine. Perché i carabinieri avevano un ordine, dovevano impedire ai presenti di fotografare la scena. Se un qualsiasi uomo si trovasse accanto ad una persona che ha ricevuto un proiettile in testa e gli girasse le spalle verrebbe accusato di omissione di soccorso. Non un singolo carabiniere ma un intero plotone gira le spalle a Carlo agonizzante. Nessuno va a mettere un dito per vedere se si può fermare l'emorragia. Nessuno sarà accusato di omissione di soccorso. Se vogliamo essere più precisi un carabiniere si avvicina al ragazzo che sanguina. Si fa fatica a trovare queste foto, ma in qualche filmato si vede. Però non presta soccorso al giovane moribondo. Che cosa fa?

E' questa una domanda inquietante, perché da questa risposta si capirebbero molte cose.

Per esempio si comprenderebbe perché il comandante della Polizia di Stato subito dopo gli spari si lanciò contro un ragazzo gridando: «l'hai ucciso tu, l'hai ucciso tu col tuo sasso!»  E' una frase apparentemente strana; l'agente non ha sentito i due colpi di pistola? Soprattutto non ha sentito il secondo colpo quando i giovani dimostranti erano ammutoliti? Chi ha gridato questa frase lo considero un attore, aveva un copione da recitare e lo ha fatto.

Perché non dire la verità: il 20 luglio 2001 in piazza Alimonda a Genova Carlo Giuliani è stato colpito al volto, un proiettile si è conficcato sulla rocca petrosa di sinistra (un osso della base del cranio). Un colpo certamente non mortale ma sufficiente per distruggere coclea e labirinto. Idoneo a fargli perdere l'equilibrio e anche a determinare importanti lesioni dal lato sinistro del corpo. Lesione d'arma da fuoco che lo ha fatto cadere a terra vivo e poco dopo, una ruota posteriore di un Land Rover Defender (oltre due tonnellate di peso) gli schiaccia l'addome due volte. Pensate che all'autopsia qualcuno abbia visto lesioni addominali? Nessuna lesione.

La verità è fatta di affermazioni logiche. Le menzogne sono affermazioni ripetute, gridate che tutti sostengono. Questo è lo schifo della vita sociale. Assurdità che nessun regista di commedie umoristiche penserebbe di scrivere, invece nel tempo dell'inganno universale diventano fatti veri.

Se leggiamo molti eventi che sono stati alla ribalta della cronaca c'è una teoria che è impossibile far emergere. Io la chiamo "tesi del complotto". La verità si spiega con la tesi del complotto mentre i registi del pensiero dominante s'inventano di tutto purché le teorie complottistiche siano sempre affossate.  

 

 

quadriitaliani c govoni

 

 1845   20072021

 

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Daniele Bonacini

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